Giudizio positivo per alcune misure come la semplificazione dei concorsi, il via libera alle abilitazioni per i docenti ingabbiati e il concorso per gli insegnanti di religione, ma i provvedimenti restano insufficienti.
Il Decreto-Legge PA2 approvato dal Consiglio dei ministri contiene importanti novità che, se da un lato rispondono ad alcune delle nostre rivendicazioni, dall’altro non risolvono il problema dei concorsi e del precariato, lasciando di fatto in piedi l’impianto del D.L. 36, promosso dall’allora ministro Bianchi, verso il quale la Gilda aveva più volte espresso il proprio disappunto.
Accogliamo in maniera positiva il tentativo di semplificazione delle procedure di reclutamento dei prossimi concorsi ordinari, così come la norma sugli idonei dei concorsi del 2020 e STEM, che manterranno la loro vigenza fino ad esaurimento delle graduatorie, seppur le assunzioni avverranno in coda ai vincitori dei prossimi concorsi per circa 70mila docenti, previsti dal PNRR. Per questo auspichiamo una pianificazione in base alle effettive esigenze di personale.
Avremmo preferito un maggiore coinvolgimento del personale scolastico con esperienza senza lasciare la totale gestione delle procedure di reclutamento nelle mani delle università.
Siamo particolarmente soddisfatti per la soluzione offerta ai cosiddetti docenti ingabbiati che dopo anni di attesa potranno finalmente ottenere una ulteriore abilitazione per aspirare al passaggio su altra classe di concorso o altro grado di istruzione.
Resta il problema dei tempi troppo lunghi previsti dalle procedure per la stabilizzazione dei precari.
Esprimiamo assoluto disappunto, infine, per i costi elevati per l’accesso ai corsi. I 2500 euro per i 60 CFU e i 2000 euro per i 30 CFU sono una cifra davvero esorbitante considerando che il costo per i 24 CFU non andava oltre i 500 euro.