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Avvocatura dello Stato a difesa del personale scolastico aggredito

Il Ministero dell'Istruzione e del Merito ha emanato la  circolare che dispone l’intervento dell’Avvocatura generale dello Stato al fine di assicurare la rappresentanza e la difesa del personale della scuola.  

Per il  coordinatore nazionale  della FG Gilda Unams, Rino Di Meglio: “Si tratta di un passo avanti nella tutela della dignità di chi insegna”

“Finalmente qualcosa si muove per le aggressioni ai docenti. Avevamo richiesto che gli insegnanti vittime di episodi violenti fossero, nella loro qualità di pubblici dipendenti, sollevati dalle spese legali mediante l’intervento dell’Avvocatura dello Stato. Apprendo oggi che il ministro Valditara ha fatto propria la nostra richiesta e ha emanato una circolare. Spero che la cosa si concretizzi rapidamente. Si tratta di un passo avanti nella tutela della dignità di chi insegna”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta in un post su Facebook l’iniziativa del ministero dell’Istruzione e del Merito.

 

In un’intervista pubblicata lo scorso novembre dal quotidiano Il Dubbio, il coordinatore nazionale della Gilda sottolineava l’esigenza di garantire un supporto legale ai docenti vittime di aggressioni: “I docenti – aveva dichiarato Di Meglio –  sono in stato d’assedio. Se l’insegnante deve difendersi e intraprendere un percorso giudiziario, è costretto a sopportare delle spese anche ingenti. Siamo dipendenti dello Stato e svolgiamo una funzione di tipo costituzionale. Penso, dunque, che possa essere garantito il patrocinio gratuito attraverso l’Avvocatura dello Stato, tenuto conto che un docente in media ha uno stipendio di 1500 euro”.

 

13/02/2023

Domanda PART TIME a. s. 2023/24

Trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, a. s. 2023/24: termine inoltro domande 15 marzo 2023.

http://www.uspbenevento.it/sito/__ComunicazioneShow.php?id=5829&news=Trasformazione%20del%20rapporto%20di%20lavoro%20da%20tempo%20pieno%20a%20tempo%20parziale%202023/24

 

05/02/2023

Cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1 settembre 2023

  L’art.1 comma 283 della legge di bilancio 2023 ha introdotto, in via sperimentale per l’anno 2023, la c.d. “quota 103”, ovvero la possibilità di accedere alla pensione anticipata al raggiungimento, entro il 31.12.2023, di una età anagrafica di almeno 62 anni e di una anzianità contributiva di almeno 41 anni.   Il comma 288 dell’art.1 della legge di Bilancio ha prorogato anche per l’anno 2023 le c.d. disposizioni “APE SOCIALE” a beneficio dei lavoratori dipendenti che svolgono attività gravose, tra cui rientrano  gli insegnanti di scuola primaria e professioni assimilate (codice Istat 2.6.4). La nuova disposizione consentirà alle lavoratrici che hanno presentato ad ottobre scorso la domanda di cessazione per “Opzione donna”, con accertato esito positivo al diritto a pensione,di avvalersi della norma introdotta dalla legge finanziaria sull' “APE SOCIALE”, presentando, entro il 31.3.2023,  anche la domanda di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE SOCIALE, con contestuale rinuncia alla domanda di pensionamento “Opzione donna”,  dandone comunicazione alla competente sede territoriale INPS   Il comma 292 dell’art.1 della stessa legge ha apportato alcune modifiche alla c.d. “Opzione donna”. In particolare, la nuova normativa prevede che possono beneficiare del trattamento economico previsto da “Opzione donna” ,anche le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022,  abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica di almeno 60 ann,  ridotta di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di anni 2 e al ricorrere delle seguenti condizioni: assistenza ex art.3 comma della legge 5 febbraio 1992 oppure riduzione della capacità lavorativa con invalidità civile pari o superiore al 74%.   I lavoratori che si trovano nelle condizioni suindicate sono ammessi a presentare,  attraverso il portale Istanze on line,  entro il termine finale del 28 febbraio 2023, le domande di dimissioni volontarie, con effetti dal 1° settembre 2023.   In allegato la circolare ministeriale.
31/01/2023

Docenti screditati, per la metà degli italiani la responsabilità è dei genitori

 A rilevarlo è un sondaggio realizzato dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti

Il problema dell’autorevolezza dei docenti non è soltanto un “affare di categoria”, ma è ampiamente avvertito anche dal resto della popolazione italiana. Le cause principali di questa crisi di credibilità sono individuate soprattutto nelle costanti ingerenze dei genitori, che screditano il ruolo dell’insegnante agli occhi dei figli, e le condizioni contrattuali non degne di una figura professionale così importante per la crescita del Paese. 

È quanto emerge da un sondaggio flash realizzato dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti. 

Tenendo conto che ogni intervistato ha potuto esprimere due risposte, il primo posto nella classifica dei fattori che determinano la scarsa autorevolezza dei docenti spetta alle eccessive interferenze e al protagonismo dei genitori degli alunni, ritenute la causa principale dalla metà degli italiani. A seguire, precariato e stipendi bassi, che non riconoscono il valore del lavoro dei docenti, di fatto screditandoli (34%). Accanto a questi due elementi principali, una quota più esigua di italiani indica ulteriori concause, esterne alla categoria, della progressiva perdita di rispettabilità da parte degli insegnanti, tra cui la difficoltà dei giovani di rimanere concentrati e di apprendere (18%), i dirigenti scolastici simili a manager, che si rapportano con gli insegnanti trattandoli come subalterni (16%), e, all’ultimo posto, la visibilità mediatica di alcuni scandali della scuola che screditano l’intera categoria (13%). Infine, 1 italiano su 3 ritiene che il problema abbia anche motivazioni interne alla categoria e che sia da addebitare in parte anche all’incapacità dei docenti di gestire le classi e di relazionarsi con gli alunni. 

Come restituire autorevolezza e credibilità a una figura professionale che in passato era tra quelle più prestigiose e rispettate? Le proposte più condivise puntano a un innalzamento della qualità del corpo docente attraverso intervenenti sia sul fronte della formazione che su quello del reclutamento. Notevole importanza, però, rivestono anche i livelli stipendiali e la stabilità lavorativa, leve su cui sarebbe necessario agire secondo due terzi degli italiani. 

Per l’81% degli italiani potenziare formazione e aggiornamento dei docenti sarebbe cruciale per restituire credibilità alla categoria, così come il miglioramento dei processi di selezione (80%). 

A seguire, un aiuto molto importante potrebbe provenire anche da politiche mirate ad aumentare gli stipendi, rendendoli più decorosi, e a ridurre il precariato (67%). Molto importante per il 65% sarebbe anche limitare gli spazi di intervento dei genitori e, per la metà degli italiani, sostituire la figura dell’attuale dirigente scolastico con quella di un preside eletto dagli stessi docenti.

“L’esito di questo sondaggio ci dice che la percezione degli italiani rispetto al calo di autorevolezza dei docenti - commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti - risponde alla realtà che la categoria vive quotidianamente e che purtroppo si riflette anche negli episodi di aggressioni riportati dalle cronache. Alla politica, dunque, chiediamo di mettere in campo strategie efficaci per invertire la rotta, perché la crisi da cui è afflitta la categoria ha inevitabili ripercussioni su tutto il sistema scolastico. Restituire dignità professionale e sociale agli insegnanti significa anche migliorare l’istruzione degli alunni”.

Comunicato GILDA degli INSEGNANTI 

30 gennaio 2023

   

 

 

 

30/01/2023

Il nuovo numero di Professione Docente

27/01/2023