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Docenti screditati, per la metà degli italiani la responsabilità è dei genitori

 A rilevarlo è un sondaggio realizzato dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti

Il problema dell’autorevolezza dei docenti non è soltanto un “affare di categoria”, ma è ampiamente avvertito anche dal resto della popolazione italiana. Le cause principali di questa crisi di credibilità sono individuate soprattutto nelle costanti ingerenze dei genitori, che screditano il ruolo dell’insegnante agli occhi dei figli, e le condizioni contrattuali non degne di una figura professionale così importante per la crescita del Paese. 

È quanto emerge da un sondaggio flash realizzato dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti. 

Tenendo conto che ogni intervistato ha potuto esprimere due risposte, il primo posto nella classifica dei fattori che determinano la scarsa autorevolezza dei docenti spetta alle eccessive interferenze e al protagonismo dei genitori degli alunni, ritenute la causa principale dalla metà degli italiani. A seguire, precariato e stipendi bassi, che non riconoscono il valore del lavoro dei docenti, di fatto screditandoli (34%). Accanto a questi due elementi principali, una quota più esigua di italiani indica ulteriori concause, esterne alla categoria, della progressiva perdita di rispettabilità da parte degli insegnanti, tra cui la difficoltà dei giovani di rimanere concentrati e di apprendere (18%), i dirigenti scolastici simili a manager, che si rapportano con gli insegnanti trattandoli come subalterni (16%), e, all’ultimo posto, la visibilità mediatica di alcuni scandali della scuola che screditano l’intera categoria (13%). Infine, 1 italiano su 3 ritiene che il problema abbia anche motivazioni interne alla categoria e che sia da addebitare in parte anche all’incapacità dei docenti di gestire le classi e di relazionarsi con gli alunni. 

Come restituire autorevolezza e credibilità a una figura professionale che in passato era tra quelle più prestigiose e rispettate? Le proposte più condivise puntano a un innalzamento della qualità del corpo docente attraverso intervenenti sia sul fronte della formazione che su quello del reclutamento. Notevole importanza, però, rivestono anche i livelli stipendiali e la stabilità lavorativa, leve su cui sarebbe necessario agire secondo due terzi degli italiani. 

Per l’81% degli italiani potenziare formazione e aggiornamento dei docenti sarebbe cruciale per restituire credibilità alla categoria, così come il miglioramento dei processi di selezione (80%). 

A seguire, un aiuto molto importante potrebbe provenire anche da politiche mirate ad aumentare gli stipendi, rendendoli più decorosi, e a ridurre il precariato (67%). Molto importante per il 65% sarebbe anche limitare gli spazi di intervento dei genitori e, per la metà degli italiani, sostituire la figura dell’attuale dirigente scolastico con quella di un preside eletto dagli stessi docenti.

“L’esito di questo sondaggio ci dice che la percezione degli italiani rispetto al calo di autorevolezza dei docenti - commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti - risponde alla realtà che la categoria vive quotidianamente e che purtroppo si riflette anche negli episodi di aggressioni riportati dalle cronache. Alla politica, dunque, chiediamo di mettere in campo strategie efficaci per invertire la rotta, perché la crisi da cui è afflitta la categoria ha inevitabili ripercussioni su tutto il sistema scolastico. Restituire dignità professionale e sociale agli insegnanti significa anche migliorare l’istruzione degli alunni”.

Comunicato GILDA degli INSEGNANTI 

30 gennaio 2023

   

 

 

 

30/01/2023

Il nuovo numero di Professione Docente

27/01/2023

Stipendi docenti, Di Meglio: “Rispettiamo la Costituzione”

Il coordinatore nazionale della Gilda commenta le dichiarazioni del ministro Valditara riportate dalla stampa

“Qualsiasi idea di differenziare gli stipendi dei docenti in base alla regione in cui insegnano è inaccettabile e in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, secondo cui il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro. Pagare diversamente per la stessa prestazione lavorativa, dunque, sarebbe incostituzionale”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta le dichiarazioni del ministro Valditara riportate dalla stampa.  “Se si vogliono mettere in campo interventi perequativi - prosegue Di Meglio - bisogna invece pensare a rimuovere gli ostacoli che impediscono a un docente di condurre, a parità di stipendio, una vita dignitosa anche nelle grandi aree urbane, notoriamente più care rispetto a quelle delle piccole province. Occorrerebbe, dunque, realizzare condizioni per favorire quei docenti che sono costretti per lavorare a spostarsi dalla propria residenza verso aree metropolitane molto costose. Si potrebbe, quindi, pensare a interventi soprattutto sulla casa e sui trasporti, ma non sulle retribuzioni. Si tratta di una tematica delicata sulla quale - conclude il coordinatore nazionale della Gilda - siamo disponibili a un confronto con il ministro”.

27/01/2023

Piano di formazione Personale ATA

Piano di formazione Personale ATA inserito nelle graduatorie provinciali per le posizioni economiche.

17/01/2023

Foglio informativo mese di gennaio 2023

In allegato il foglio informativo elaborato dalla Direzione Nazionale con le principali novità dell'ultimo periodo.
17/01/2023